Hai difficoltà a calcolare le tasse della Partita IVA a Regime forfettario? Ecco come prevedere quale sarà il guadagno netto dei compensi che ricevi.

Hai da poco preso la decisione di diventare un libero professionista ma stai avendo delle difficoltà a calcolare le tasse della Partita IVA? Niente paura: se ti avvali del Regime forfettario, è molto semplice prevedere quale sarà il guadagno netto dei compensi che ricevi per la tua attività.

Il primo passo da fare - prima di decidere di aprire una Partita IVA - è comprendere che cosa si intende con “fatturato lordo” e “guadagno netto”

Se lavori a Partita IVA, infatti, dovrai versare imposte e contributi previdenziali, che variano a seconda del regime fiscale (in questo caso forfettario), del tipo di attività che svolgi e del tuo reddito.

Il fatturato lordo è il tuo incasso complessivo, dal quale non hai ancora sottratto i contributi previdenziali e le tasse. Il guadagno netto si ottiene, invece, sottraendo al tuo guadagno i contributi previdenziali e le imposte che dovrai pagare sugli incassi dell’anno, nelle modalità previste dal Regime forfettario. 

In questo articolo ti spiegheremo come si calcolano le tasse, il reddito netto e i contributi da versare.

Attraverso una panoramica chiara e approfondita, ti forniremo tutti gli strumenti necessari per aiutarti a capire quale percentuale delle tue entrate dovrai riservare per pagare gli oneri previdenziali e le tasse. 

Cosa devi sapere per calcolare le tasse della Partita IVA Forfettaria

Uno dei dubbi più frequenti tra i possessori di Partita IVA riguarda il calcolo anticipato delle tasse che si andranno a pagare. Tutto quello che viene incassato, non può essere interamente speso.

Una parte andrà messa da parte per coprire imposte e contributi. Si, ma quanto va accantonato? È questa la difficoltà maggiore.

In realtà, se possiedi una Partita IVA forfettaria, il calcolo delle tasse non è eccessivamente complesso: l’unico elemento variabile tra quelli che determinano quanti contributi e tasse andrai a pagare, sono i tuoi guadagni annuali.

I dati che devi tenere in considerazione per il calcolo della tassazione sono:

  1. La percentuale forfettaria che si applica agli incassi totali per calcolare il reddito;
  2. L’aliquota dei contributi previdenziali da versare all’INPS o a casse di appartenenza;
  3. L’aliquota dell’imposta sostitutiva che applicherai al reddito.

Con questi dati alla mano, saprai quanto mettere da parte ogni volta che ricevi un pagamento e riuscirai a calcolare il tuo guadagno netto. 

Facciamo l’esempio pratico di un fotografo professionista che ha aperto nel 2021 la Partita IVA forfettaria, usufruendo dell’imposta sostitutiva agevolata per start-up del 5%.

Il codice ateco della sua attività corrisponde a un coefficiente di redditività forfettario del 78%. Dovendosi iscrivere alla Gestione Separata dell’INPS l’aliquota dei contributi da versare sarà del 25,98%.

Dunque per il primo anno, la percentuale di contributi e imposte da pagare a saldo è del 30,98% del reddito di attività (ovvero 25,98% + 5%) derivante dall’applicazione della percentuale del 78%.

Alla percentuale di cui sopra vanno aggiunti gli acconti dell’anno successivo degli oneri previdenziali e degli oneri fiscali.

Quindi per il primo anno la gestione richiede uno sforzo maggiore: l'importo da accantonare per non essere sprovvisti in sede di versamento F24 e dichiarazione dei redditi è di circa il 50%, poichè non avendo ancora versato i contributi previdenziali nell’anno in corso non si hanno ancora oneri deducibili da scaricare.

Dal secondo anno in poi, poiché l’imposta sostitutiva si calcola sul reddito di attività al netto degli oneri deducibili  (contributi previdenziali),l'importo da accantonare per non essere sprovvisti in sede di versamento F24 e dichiarazione dei redditi è di circa il 45%. Tenendo conto che a partire dal sesto anno (passaggio dal 5% al 15% a regime) tornerà ad essere di nuovo circa il 50%. 

Partita IVA Forfettaria: calcolo del guadagno netto

In termini di contabilità, l’espressione “guadagno netto” non ha significato e si dovrebbe parlare di reddito al netto dei contributi e delle imposte. Per semplicità e per rendere più facilmente comprensibile ogni passaggio, in questo articolo continueremo comunque a parlare di guadagno netto.

Cosa ci serve sapere per calcolare i contributi e le tasse di una Partita IVA forfettaria? Per ottenere il guadagno netto è sufficiente sottrarre dal fatturato:

  • Le spese forfettarie;
  • I contributi;
  • L’imposta sostitutiva.

Le spese forfettarie derivano dal coefficiente di redditività. Rispetto agli altri regimi fiscali, nel forfettario non è necessario calcolare i costi reali che derivano dall’esercizio della tua attività. Questi ultimi sono infatti stimati con una percentuale fissa, a seconda del codice ATECO di riferimento per la professione.

Questa percentuale fissa prende il nome di coefficiente di redditività e stabilisce forfettariamente le spese annuali.

Sottratte le spese forfettarie stimate ciò che ci resta è il reddito imponibile lordo. Sottraendo i contributi versati nell’anno di riferimento, otteniamo il reddito imponibile ai fini fiscali. 

Dopodiché è necessario sapere qual è l’imposta sostitutiva: se rientri nei primi cinque anni di attività, l’imposta sostitutiva è del 5%, negli altri casi è invece solitamente del 15%.

Andrà quindi applicata questa aliquota fissa al reddito imponibile ai fini fiscali, per ottenere l’importo da versare come imposta sostitutiva. 

Ora conosci tutti gli elementi che ti servono per fare un semplice calcolo delle tasse della tua Partita IVA. Continua la lettura dell’articolo: nei paragrafi successivi tratteremo nel dettaglio le singole voci.

Calcolo tasse in Regime forfettario: differenza tra reddito lordo e imponibile

Il calcolo delle tasse non va fatto sul fatturato annuale totale. La tassazione del regime forfettario (cioè l’imposta sostitutiva di cui abbiamo parlato prima e che approfondiremo nel paragrafo successivo), infatti, non si applica all’intero fatturato incassato, ma soltanto a una parte, che è appunto il reddito imponibile ai fini previdenziali.

Per calcolare il reddito imponibile ai fini previdenziali è necessario conoscere il codice ATECO associato alla tua Partita IVA. Si tratta di un codice alfanumerico che ha l’obiettivo di classificare le varie attività economiche.

Nella seguente tabella trovi i principali codici ATECO e i loro rispettivi coefficienti di redditività:

Gruppo Di Settore

Codice Attività Ateco

Coefficiente Redditività

Industrie alimentari e delle bevande

(10 – 11)

40%

Commercio all’ingrosso e al dettaglio

45 – (da 46.2 a 46.9) – (da 47.1 a 47.7) – 47.9

40%

Commercio ambulante e di prodotti alimentari e bevande

47.81

40%

Commercio ambulante di altri prodotti

47.82-47.89

54%

Costruzioni e attività immobiliari

(41 – 42 – 43) – (68)

86%

Intermediari del commercio

46.1

62%

Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione

(55 – 56)

40%

Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi

(64 – 65 – 66) – (69 – 70 – 71 – 72 – 73 – 74 – 75) – (85) – (86 – 87 – 88)

78%

Altre attività economiche

(01 – 02 – 03) – (05 – 06 – 07 – 08 – 09) – (12 – 13 – 14 –

15 – 16 – 17 – 18 – 19 – 20 – 21 – 22 – 23 – 24 – 25 – 26 –

27 – 28 – 29 – 30 – 31 – 32 – 33) – (35) – (36 – 37 – 38 –

39) – (49 – 50 – 51 – 52 – 53) – (58 – 59 – 60 – 61 – 62 –

63) – (77 – 78 – 79 – 80 – 81 – 82) – (90 – 91 – 92 – 93) –

(94 – 95 – 96) – (97 – 98) – (99)

67%

 

Dopo che avrai individuato il coefficiente correlato al tuo ATECO e il fatturato dell’anno di riferimento, sarà sufficiente moltiplicarli tra loro per calcolare il tuo reddito imponibile ai fini previdenziali.

Calcolo tassazione IVA: l’imposta sostitutiva per i forfettari

L’imposta sostitutiva è un’imposta unica che nel Regime forfettario va a sostituire le tasse che invece vengono versate nel Regime ordinario e ordinario semplificato. 

I tributi sostituiti da questo tipo di imposta sono Irpef, Irap e addizionali. Come titolare di Partita IVA forfettaria, dovrai soltanto versare un’unica imposta, calcolata sul reddito imponibile, di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente. 

Ciò comporta un risparmio a livello economico, perché l’aliquota dell’imposta sostitutiva è molto bassa, ed è inoltre molto più semplice gestire la partita iva.

L’aliquota dell’imposta sostitutiva è solitamente del 15%. Per chi avvia una nuova attività, il regime forfettario è ancora più conveniente perché viene applicata la cosiddetta aliquota start-up del 5% per i primi cinque anni. 

La cifra su cui calcolare l’imposta sostitutiva corrisponde al reddito di attività al netto dei contributi previdenziali.

Solo nel primo anno di attività la cifra su cui calcolare l’imposta sostitutiva corrisponde al reddito di attività al lordo dei contributi previdenziali. 

Questo perché nel primo anno non hai ancora versato contributi previdenziali pertanto non hai ancora oneri deducibili da scaricare.

Calcolo reddito netto con la Partita IVA: i contributi previdenziali

Approfondiamo ora la questione dei contributi INPS da versare a scopo pensionistico in Regime forfettario. Versare i contributi previdenziali è obbligatorio per tutte le Partite IVA: andrai così a creare un credito che ti permetterà poi di ricevere la pensione. 

I contributi INPS variano a seconda della tua categoria di appartenenza, ovvero:

  1. Commercianti;
  2. Artigiani;
  3. Liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS (senza Cassa);
  4. Liberi professionisti con Cassa Previdenziale.

Cerchiamo ora insieme di capire quanto incidono i contributi previdenziali sul tuo reddito.

I commercianti e gli artigiani devono iscriversi alla Gestione Commercianti ed Artigiani INPS e versare contributi fissi e variabili.

La categoria dei liberi professionisti senza Cassa include invece tutte quelle professioni che si sono sviluppate recentemente e quindi non ancora regolamentate. Riguarda anche le professioni artistiche, creative e quelle che non fanno parte né di un Albo né di un Ordine (guida turistica, amministratore di condominio, traduttore, etc.).

Per loro non esiste una Cassa Previdenziale ed è stata quindi istituita la Gestione Separata INPS. Non ci sono quote fisse obbligatorie: in questo caso il calcolo avviene sulla base del reddito imponibile  (coefficiente di redditività del 78%) e l’aliquota contributiva è del 25,98% (anno 2021).

Infine, per i liberi professionisti iscritti ad un Albo o a un Ordine (come avvocati, notai, psicologi) non esiste un’unica regola per calcolare i contributi. Ogni ente stabilisce le proprie regole, fornendo spesso agevolazioni ai nuovi iscritti e a chi ha un reddito basso.

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