Serve o meno la Partita IVA per vendere ebook su Amazon? Facciamo chiarezza sulla normativa vigente.

Vendere ebook su Amazon rappresenta un’interessante fonte di guadagno per scrittori e autori indipendenti. 

Il self publishing è una concreta opportunità di business online che, ad oggi, complice il boom dell’online, sta registrando una crescita esponenziale.

Da qualche tempo il colosso dell’e-commerce ha introdotto il programma Amazon Kindle Direct Publishing, ovvero un servizio che consente a chiunque di pubblicare e vendere online il proprio libro.

Vendere libri su Amazon conviene, non c’è dubbio. Va da sé, infatti,  che dalla vendita di uno scritto, l’autore ne ricaverà sempre un profitto. A questo punto, il dubbio che sorge spontaneo è: “Per vendere ebook su Amazon serve la Partita IVA?”.

La disciplina fiscale legata alla vendita di ebook e al self publishing su piattaforme online come Amazon, in effetti, può creare confusione. 

Quella della pubblicazione è una fase molto delicata, perché dalla modalità di vendita al pubblico che sceglierai dipenderà anche il tuo inquadramento fiscale.

Come vendere allora un ebook su Amazon senza avere problemi con il Fisco? Continua a leggere per trovare uno spiraglio di luce tra la confusione che aleggia su questo argomento.

Vendere ebook su Amazon: guida alla disciplina fiscale

Facciamo una premessa necessaria a chiarire ogni dubbio al riguardo. Chi decide di vendere un ebook online ha due modalità per farlo, modalità che ovviamente si differenziano da un punto di vista fiscale:

  1. Cessione diretta sul proprio sito web;
  2. Cessione indiretta dell’ebook mediante l’intermediazione di portali di vendita esterni.

Da un punto di vista fiscale, se opti per vendere direttamente al tuo pubblico tramite il tuo sito web personale, il Self Publishing senza Partita IVA è impossibile

Si tratta, infatti, di commercio elettronico diretto e, quindi, di una attività commerciale a tutti gli effetti che può essere svolta solo dopo aver assolto ad alcuni adempimenti fiscali e contabili.

Con la modalità di vendita indiretta, invece, tu autore cedi a terzi (ad es. Amazon) il diritto di sfruttamento economico della tua opera, derivante dalla cessione indiretta ai clienti finali. Ad ogni vendita ti verrà corrisposta una percentuale, ovvero la cosiddetta royalty.

Il vantaggio di questa modalità è di non dover per forza aprire una Partita IVA, poichè lo sfruttamento del proprio diritto d’autore da parte di venditore terzo non è soggetto all’applicazione dell’IVA. 

I compensi che riceverai saranno assimilati a redditi di lavoro autonomo (derivanti appunto dalla cessione del diritto d’autore) e tassati secondo quanto previsto dall’art. 54 comma 8 del T.U sulle imposte dei redditi.

La disciplina del Diritto d’autore non può essere applicata alla vendita indiretta indistintamente. Presupposto essenziale è la presenza di un contratto siglato tra le parti che disciplina lo sfruttamento economico di un’opera altrui.

Se decidi di vendere ebook tramite Amazon, dobbiamo fare una precisazione. Non si tratta, infatti, di una vera e propria vendita indiretta. Aderendo al programma Amazon KDP, il contratto che si firma non ha ad oggetto lo sfruttamento economico del diritto d’autore.

Continua a leggere per scoprirne di più.

Diritto d’autore, Royalities e Partita IVA: facciamo chiarezza

Quello che si stipula con Amazon è un contratto legato alla sola distribuzione dell’opera. Quindi non c’è sfruttamento economico di alcun diritto d’autore altrui. 

L’equivoco nasce dall’uso della parola “royalties”, che nel contratto sottoscritto con Amazon si riferisce ai pagamenti che l’autore riceverà per ogni copia venduta. Nell’uso comune della lingua italiana, invece, ci si si riferisce “impropriamente” ai guadagni della cessione dei diritti d’autore.

Quindi, chiarito questo, è evidente che chiunque voglia vendere il proprio libro su Amazon sta di fatto svolgendo una attività commerciale e deve quindi:

  • Aprire la Partita IVA;

 

  • Iscriversi alla Camera di Commercio;
  • Aderire alla Gestione Commercianti INPS.

 

Per la scelta del regime a cui aderire, il forfettario rappresenta una buona opzione soprattutto se sei all’inizio della tua attività e non prevedi guadagni superiori ai 65.000 euro all’anno.

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