Qual è il limite del Regime Forfettario? E cosa succede se si supera? Leggi l’articolo per scoprire tutto quello che c’è da sapere.

Quello del limite del Regime Forfettario è uno dei dubbi e dei quesiti più frequenti che arrivano dai possessori di Partita IVA Forfettaria.

Il Regime dei Forfettari è un regime fiscale agevolato che si rivolge a persone fisiche esercenti professioni, arti o attività di impresa.

Per i giovani professionisti che intendono avviare una nuova attività autonoma o per le ditte individuali con un giro d’affari costante e limitato, aderire al Regime Forfettario rappresenta indubbiamente una opportunità di risparmio dal punto di vista fiscale.

Tuttavia, accanto ad una imposta sostitutiva ad aliquota fissa e all’esenzione al versamento dell’IVA, i contribuenti forfettari sono comunque soggetti al rispetto di alcuni requisiti per poter mantenere tali agevolazioni.

Primo fra tutti è il limite di fatturato stabilito per il Regime Forfettario dalla Legge di Bilancio 2020.

Qual è questa soglia? E cosa succede se viene superata? Continua a leggere l’articolo per trovare risposte esaustive a queste e a molte altre domande.

Quanto si può fatturare con il Regime forfettario?

Per l’accesso e il mantenimento del Regime forfettario, uno dei requisiti fondamentali è il limite dei 65.000 euro tra ricavi conseguiti o compensi percepiti contemporaneamente dai contribuenti nell’anno precedente.

Come si legge anche sul sito dell’Agenzia delle Entrate, quello dei 65.000 euro annui rappresenta il primo requisito oggettivo per un contribuente forfettario. Significa, in pratica, che la somma di ricavi e compensi del precedente anno fiscale non deve superare tale soglia. 

Prima di addentrarci dettagliatamente nell’argomento, ecco alcune precisazioni da fare:

  • Il limite di fatturato è unico per tutte le attività, indipendentemente dal Codice di Attività Ateco e al coefficiente di redditività;
  • Se si esercitano più attività con Codici Ateco diversi, vanno sommati i ricavi e i compensi riguardanti le diverse attività.

E se hai aderito al Regime Forfettario ad anno in corso, come cambia il limite dei ricavi e dei compensi? Scoprilo leggendo il prossimo paragrafo.

Apertura Partita IVA forfettaria in corso d’anno: cosa cambia?

Un aspetto interessante, e su cui permangono spesso dubbi, riguarda le tempistiche di apertura della Partita IVA, ovvero sulla differenza sostanziale tra l’avvio di una nuova attività a inizio anno o ad anno in corso.

Se hai aperto la tua Partita IVA forfettaria ad anno già cominciato, devi sapere che la soglia del fatturato da rispettare non sarà la stessa, e che il limite dei 65.000 euro andrà ridotto in proporzione ai mesi effettivi di operatività.

Dunque, il limite fatturabile sarà decurtato di una parte corrispondente ai mesi in cui non svolgeva alcuna attività. Ma come si calcola questo limite? Con una semplice operazione matematica:

  • Dividi 65.000 per 365 (ovvero i giorni totali di un anno);
  • Moltiplica il risultato per i giorni effettivi di attività.

Facciamo un esempio concreto che aiuti a capire meglio. Se hai aperto la tua nuova attività in Regime Forfettario il 1° Novembre 2021, il limite di fatturato che dovrai rispettare per il 2021 sarà di 10.863 euro, ovvero (65.000/365*61).

Cosa considerare per verificare il rispetto dei limiti del regime forfettario

Un altro dubbio dei forfettari è se va considerato o meno il reddito annuo per valutare se è stato superato o meno il limite dei ricavi o dei compensi.

Chiariamo subito che reddito e fatturato non sono la stessa cosa. Il reddito riguarda, infatti, gli incassi ridotti della percentuale/codice ateco e costituisce il c.d. reddito di attività.

Il fatturato, invece, attiene ai ricavi ovvero la somma di tutte le fatture emesse e incassate. Ed è a questo che bisogna guardare per verificare il rispetto del limite del Regime Forfettario.

Chiariamo, quindi, quali ricavi vanno presi in considerazione:

  • Ricavi di impresa;
  • Ricavi ottenuti con la propria Partita IVA individuale;
  • Importi acquisiti mediante Rivalsa del 4% relativa alla propria Cassa Previdenziale; 
  • I rimborsi spese anticipate per il Cliente ma fatturate a nome del Fornitore. 

Non vanno considerati nei ricavi che concorrono alla formazione del limite dei 65.000 euro i redditi da lavoro dipendente e pensioni.

Come calcolare il limite dei 65000 forfettario?

Solitamente chi decide di aprire una Partita IVA opta per farlo nei primi giorni dell’anno, anche per sfruttare il fatto che le tasse andranno pagate soltanto nel giugno dell’anno successivo all’apertura.

Come abbiamo visto in precedenza, quando si avvia un’attività ad anno inoltrato ricavi o compensi andranno ragguagliati su base annua. Cosa significa?

Che se apri la Partita IVA il 1° gennaio avrai a disposizione l’intero fatturato annuo rispetto a chi, ad esempio, decide di aprirla il 1° agosto. In quest’ultimo caso, infatti, il tetto massimo di fatturato da poter raggiungere sarà più che dimezzato.

La conseguenza è che avendo a disposizione un limite di fatturato più basso, in caso di superamento della soglia non potrà più aderire al sistema forfettario nell’anno successivo.

Qual è la regola di base a cui attenersi per calcolare correttamente il limite del Regime Forfettario? Sommare tutti gli importi delle fatture incassate!

Il Regime Forfettario, infatti, è un regime di cassa e non di competenza. Questo significa che il calcolo del fatturato dovrà essere effettuato soltanto sulle fatture che sono state emesse e incassate nell’anno, escludendo quelle emesse ma non incassate.

Chi è in forfettario calcola il reddito di attività annuo applicando alla somma dei ricavi e compensi percepiti un coefficiente di redditività, che dipende dallo specifico Codice Ateco scelto.

Da questo reddito determinato in modalità forfetaria vengono dedotti i contributi previdenziali obbligatori.

Cosa succede se si eccede il limite dei 65000 euro del Regime forfettario?

È questa la domanda regina che tutti i forfettari si pongono prima o poi, ovvero a quali conseguenze si va incontro se si verifica il superamento del limite annuo dei 65.000 euro del Regime forfettario.

La risposta a questa domanda è molto semplice. Se nel corso del 2021 superi la soglia dei 65.000 euro annui, nel 2022 non potrai più usufruire delle agevolazioni, in quanto verrebbe meno uno dei requisiti del Regime Forfettario.

Questo discorso vale sia per i professionisti o lavoratori autonomi che hanno aperto la Partita IVA il 1° gennaio, sia per quelli che lo hanno fatto in corso d’anno. 

Indipendentemente dal limite, gli effetti del superamento saranno gli stessi con ricadute nell’anno successivo di imposta. Decadendo il diritto al regime fiscale agevolato, sarai dunque costretto ad adottare il Regime Ordinario in contabilità semplificata.

Questo a patto che i ricavi non superino i 400mila euro per le prestazioni di servizi o i 700mila euro per le attività di cessione dei beni. Oltre queste soglie, infatti, si passerà direttamente al Regime Ordinario.

Il passaggio dal forfettario all’ordinario semplificato, oltre a comportare la perdita delle agevolazioni previste dal Regime Forfettario, implicherà anche:

  • Emissione di fatture con IVA;
  • Ricezione dai professionisti di fatture con ritenuta d’acconto;
  • Inapplicabilità di una aliquota fissa ridotta come unica imposta sostitutiva;
  • Pagamento IRPEF, IRAP, oltre che addizionali comunali e regionali;
  • Pagamento dei contributi Inps, senza lo sconto del 35%;
  • Liquidazione dell’IVA;
  • Spesometro;
  • Obbligo della fatturazione elettronica, da cui sono esenti i forfettari fino al 2021.

Nell'ipotesi che nel 2022 il fatturato del titolare di Partita IVA dovesse scendere al di sotto della soglia dei 65.000 euro, nel 2023 potrà accedere di nuovo al sistema forfettario mediante l’opzione apposita nella dichiarazione dei redditi.

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