In quali casi scattano i ​​Controlli dell’Agenzia delle Entrate? In questo articolo, ti spieghiamo come avvengono i controlli per i contribuenti al Regime forfettario.

I controlli dell’Agenzia delle Entrate hanno l’obiettivo di verificare che i contribuenti abbiano svolto in maniera corretta tutti gli adempimenti relativi agli obblighi fiscali. Questi accertamenti sono il principale mezzo con cui è possibile contrastare i fenomeni di evasione, e spingere i contribuenti a operare, spontaneamente, nel rispetto delle norme.

Le verifiche effettuate dall’Agenzia delle Entrate nei confronti di chi ha una Partita IVA forfettaria sono piuttosto intuitivi da comprendere. 

Gli accertamenti non vengono fatti soltanto sulle dichiarazioni presentate dal singolo contribuente, ma le si confronta con quelle presentate da altri soggetti, come aziende e professionisti. 

Si tratta dei cosiddetti controlli incrociati, che verificano la posizione fiscale di un contribuente confrontandola con altri soggetti con cui è entrato in contatto.

Per compiere tali verifiche vengono impiegati diversi strumenti di controllo:

  • Controlli automatizzati e formali delle dichiarazioni fiscali;
  • Inviti al contraddittorio;
  • Questionari;
  • Indagini finanziarie;
  • Attività istruttorie esterne (come controlli mirati e verifiche fiscali).

In questo articolo cercheremo di spiegare in cosa consistono le verifiche dell’Agenzia delle Entrate, a chi sono rivolti e quali documenti vanno sempre conservati. 

In particolar modo, ti spiegheremo come avvengono gli accertamenti nel Regime forfettario e come comportarti per dimostrare di aver svolto correttamente gli adempimenti fiscali.

Tipologie di controlli dell’Agenzia delle Entrate

Per i contribuenti in Regime forfettario,  gli accertamenti da parte dell’Agenzie delle Entrate sono finalizzati a verificare la correttezza dei dati riportati nelle dichiarazioni dei redditi Modello Unico PF e le somme presenti sui conti correnti.

Esistono due tipologie di controllo sulle dichiarazioni: 

  1. Il controllo automatico, che si applica a tutte le dichiarazioni presentate dal contribuente;
  2. Il controllo formale, è invece applicato a dichiarazioni selezionate.  

Nel primo caso, si tratta di una procedura automatizzata di controllo dei dati desumibili dalla dichiarazione (liquidazione di imposte, premi, rimborsi e contributi) e dall’Anagrafe tributaria. 

Nel secondo, invece, l’Agenzia delle Entrate mediante l’ufficio controlli avvisa il contribuente, lo informa che sarà soggetto ad accertamenti e gli chiede di integrare con la documentazione eventualmente mancante.

Un’attività di controllo analoga viene fatta anche per le imposte versate direttamente, quelle per cui non è necessario compilare una dichiarazione (come l’imposta di bollo). 

Tempistiche dell’Agenzia delle entrate: quando scattano i controlli fiscali

Oltre alla verifica della Dichiarazione dei Redditi vi sono anche alcune situazioni e casistiche che spingono a verifiche ulteriori. 

Ad esempio, vengono fatti dei controlli dall’Agenzia delle Entrate sui conti correnti se vi sono dubbie operazioni, se il contribuente possiede fonti di reddito non dichiarate o se ci sono state spese eccessive rispetto al reddito dichiarato.

Ecco, ad esempio, alcune situazioni-tipo che potrebbero far partire i controlli per i contribuenti nel Regime forfettario:

  • Irregolarità nella Dichiarazione dei Redditi;
  • Ritardo nella presentazione della Dichiarazione dei Redditi;
  • Mancata presentazione della Dichiarazione dei Redditi;
  • Mancanza dei requisiti.

L’Agenzia delle Entrate fa partire un avviso di accertamento nel caso in cui si verifichino delle irregolarità tra quanto dichiarato nella Dichiarazione dei Redditi del contribuente forfettario e la Certificazione Unica delle aziende con cui collabora. 

Si tratta di una delle situazioni più frequenti: per approfondire la situazione sospetta con ulteriori verifiche, l’Agenzia delle Entrate potrebbe richiedere lo storico delle fatture emesse durante il periodo di imposta considerato.

Un altro aspetto a cui fare attenzione è il rispetto delle scadenze nella presentazione dei documenti. Se il contribuente presenta la sua Dichiarazione dei Redditi in ritardo, l’Agenzia potrebbe contattare il forfettario per intimarlo a presentare il documento e poi proseguire con accertamenti per indagare sui motivi del ritardo. 

I titolari di una Partita IVA forfettaria hanno infatti un termine entro cui inviare la Dichiarazione dei Redditi: per evitare controlli è quindi importante fare attenzione a queste scadenze e rispettarle. 

Nel caso in cui la Dichiarazione dei Redditi proprio non venga fatta, anche in seguito a sollecito, l’Agenzia manderà un avviso di accertamento, con cui chiederà di poter vedere tutte le fatture emesse nell’anno fiscale di riferimento. Il contribuente che non ha fatto la Dichiarazione, rischia di essere anche sanzionato.

Infine, l’Agenzia delle Entrate fa dei controlli a per verificare che chi usufruisce delle agevolazioni del Regime forfettario possieda i requisiti necessari

Purtroppo, può accadere che anche chi non potrebbe accedere a questo regime agevolato (ad esempio, chi supera il limite massimo di ricavi annui di 65mila euro) cerchi di sfruttare i vantaggi. 

In ogni caso, le sanzioni per chi si appoggia a un regime fiscale non corretto sono molto severe. Per questo è sempre opportuno rivolgersi a un professionista che sia in grado di valutare se il Regime forfettario rappresenti una scelta possibile, consigliata.

Come abbiamo anticipato, i controlli dell’Agenzia delle Entrate possono essere di varie tipologie. Quindi le comunicazioni ai contribuenti sono emesse a seguito di:

  • Controllo automatico, legato a tutte le dichiarazioni presentate;
  • Controllo formale, legato a dichiarazioni selezionate;
  • Liquidazione delle imposte sui redditi a tassazione separata, ovvero l’operazione con cui l’Agenzia determina l’imposta dovuta su redditi assoggettati a un regime di favore e per i quali è già stato versato un acconto (es. il Tfr).

Nel paragrafo successivo ti spiegheremo come comportarsi in caso vengano riscontrate irregolarità durante i controlli.

Cosa fare se l’Agenzia dell’entrate ha riscontrato una irregolarità nei controlli?

Innanzitutto, devi sapere che in seguito ai controlli, l’Agenzia delle Entrate formalizza e notifica la presunta irregolarità di un contribuente attraverso un avviso di accertamento

Si tratta di una notifica che deve sempre essere motivata, pena l’annullamento. Deve inoltre indicare nel dettaglio: 

  • Controlli effettuati;
  • Modalità di verifica;
  • Termini del pagamento;
  • Soggetto a cui deve rivolgersi il contribuente per avere maggiori informazioni.

Invece, se l’attività di verifica fiscale avviene nella sede del contribuente, al termine dei controlli l’ufficio controlli dell’Agenzia delle Entrate o la Guardia di finanza consegnano un processo verbale di constatazione (PVC). In questo documento, sono indicate le eventuali violazioni fiscali e gli addebiti relativi.

Chi  riceve una notifica per la violazione di alcune norme tributarie, dovrà quindi 

procedere al pagamento delle imposte mancanti e di eventuali sanzioni nelle modalità indicate. Se il contribuente paga le somme dovute senza presentare ricorso, pagherà (oltre all’imposta oggetto della rettifica), una sanzione ridotta.

Più nel dettaglio, la regolarizzazione relativa a un controllo automatico deve avvenire entro 30 giorni dalla prima comunicazione ricevuta. In questo caso, il contribuente deve pagare l’imposta dovuta, gli interessi e la sanzione ridotta a 1/3 di quella ordinariamente prevista.

Anche per sanare l'irregolarità riscontrata tramite un controllo formale il limite è di 30 giorni dal ricevimento della prima comunicazione. Dovrà essere effettuato il pagamento dell’imposta dovuta, i relativi interessi e una sanzione ridotta a 2/3 rispetto a quella ordinaria.

Infine, per regolarizzare una comunicazione dell’imposta dovuta sui redditi soggetti a tassazione separata, si dovrà procedere al pagamento entro 30 giorni ma non è prevista alcuna sanzione.

In conclusione, ti ricordiamo che grazie all’introduzione dell’istituto del “lieve inadempimento” con l’art. 3 del del Decreto Legislativo n. 159/20, c’è tolleranza per i ritardi non superiori a sette giorni e omissioni del pagamento non superiori al 3% del valore della rata.

Sei in Regime Forfettario?

Monitora e Gestisci la tua P.IVA Forfettaria con Forfè Manager: il primo Software Gestionale per la contabilità esclusivamente dedicato ai Forfettari.

Prova Gratis Forfè Dashboard Forfè Manager

Articoli consigliati