Cosa serve per aprire la Partita IVA Forfettaria
Forfettaria
Qual è l’iter per aprire la Partita IVA forfettaria? E di quali documenti hai bisogno? Scoprilo leggendo il nostro articolo
Se hai una Partita IVA a Regime forfettario avrai sicuramente sentito parlare del coefficiente di redditività. Si tratta di un elemento fondamentale per il calcolo di imposta e contributi da versare.
Ma per quale motivo è così importante? Facciamo un passo indietro per capirlo meglio. Con la Partita Iva forfettaria, una parte di ciò che guadagni sarà destinata al pagamento di imposta sostitutiva e ai contributi inps.
L’imposta sostitutiva, come dice il nome stesso, è un’aliquota fissa (pari al 5% per i primi 5 anni di attività, poi al 15%) che viene pagata al posto dei singoli tributi versati da chi ha un Regime ordinario.
Questa parte di reddito a cui si applica l’imposta sostitutiva, prende il nome di base imponibile. A questo punto ti chiederai: “Come calcolare l’imponibile?” Ed è qui che entra in gioco il coefficiente di reddito.
Sapere cos’è e come funziona è fondamentale per gestire al meglio la tua Partita IVA. Continua la lettura di questo articolo: scoprirai meglio di cosa si tratta e conoscerai il coefficiente correlato al codice ATECO della tua professione.
Ti riporteremo anche qualche pratico esempio di coefficiente di redditività al 2021, in modo che potrai comprendere meglio come calcolare l’imposta sostitutiva.
Come ti abbiamo anticipato, il coefficiente è una percentuale da applicare al tuo fatturato complessivo, al fine di definire la base imponibile su cui calcolare:
In buona sostanza, si tratta di una percentuale fissa, definita dal codice ATECO della tua attività, che racchiude una stima forfettaria dei costi annuali legati alla tua professione.
La percentuale di redditività è un elemento caratteristico del Regime forfettario, perché con questa tipologia di regime fiscale non puoi scaricare direttamente dal fatturato le spese legate all’esercizio del tuo lavoro.
Qual è la funzione del coefficiente?
Il suo scopo è quello di ottenere dai tuoi incassi annui, il reddito al netto delle spese sostenute per lo svolgimento della tua attività. Sono spese di cui si fa una stima in modo forfettario, cioè sono definite in modo ipotetico.
È proprio questo il parametro che permette di valutare se conviene il Regime forfettario, ovvero quando le spese realmente sostenute rientrano nel “gap” delle spese forfettarie calcolate con la percentuale del codice ATECO. In caso contrario, se le spese sostenute sono maggiori al “gap”, conviene il Regime ordinario semplificato.
La percentuale di reddito è correlata alla tua professione e, a seconda dell’attività che prendiamo in considerazione, può oscillare tra il 40 e l’86%.
A definire le variazioni dei coefficienti è il codice ATECO.
Si tratta di un codice alfanumerico che identifica l’attività economica per la quale intendi aprire la Partita IVA e che è facilmente rilevabile collegandosi al sito dell’ISTAT.
Se sei giunto fino a qui, avrai compreso che il coefficiente di reddito serve per calcolare la tua base imponibile ai fini previdenziali e fiscali
Per capire a fondo il funzionamento del coefficiente di reddito nel Regime dei forfettari, approfondiamo insieme anche quest’ultimo aspetto.
Che cos’è il reddito imponibile? Ciò che rimane una volta sottratto al reddito di attività la quota dei contributi previdenziali e l’importo sul quale poi viene calcolata l’imposta sostitutiva.
Il reddito di attività è quello che si ottiene applicando la percentuale del tuo codice ATECO. Scorporando da questo gli oneri previdenziali ottieni la base imponibile.
Riassumendo, per calcolare il reddito imponibile (o base imponibile a fini fiscali) devi:
Saper calcolare il tuo reddito imponibile è molto importante, perché è la base a cui dovrai applicare l’imposta sostitutiva.
Questa è un’aliquota fissa, tipica del Regime forfettario, che prende il posto delle tasse come IRPEF, IRAP e addizionali solitamente versate da chi ha un Regime ordinario o semplificato.
Se vuoi capire meglio come funziona il coefficiente di redditività, facciamo un esempio pratico per assimilare meglio i concetti fondamentali.
Martina ha aperto una Partita IVA forfettaria come graphic designer e nell’anno fiscale di riferimento ha un fatturato lordo di € 1.000. Questa cifra è la somma delle fatture che ha incassato.
Per sapere quanto è il suo guadagno al netto delle imposte e dei contributi, Martina dovrà calcolare il suo imponibile, prendendo come riferimento il coefficiente legato al codice ATECO della sua professione. Confrontandoci con le tabelle di riferimento, scopriamo che la sua percentuale ATECO è del 78%.
Su questa cifra verrà calcolata l’imposta sostitutiva. Ipotizziamo che Martina abbia aperto la Partita IVA da poco, quindi rientri nel Regime start-up e usufruisca dell’imposta al 5%. La cifra che Martina dovrà versare come imposta sostitutiva è: 577,36 * 5% = 28,87 euro.
Il coefficiente del reddito prodotto dall’attività non è una percentuale fissa, ma varia a seconda dell’attività economica che svolgi.
Ci sarà quindi un coefficiente di redditività per artigiani, uno per i commercianti, e così via per ogni attività lavorativa inserita nella classificazione ISTAT.
Dato che questa classificazione influenza in modo significativo il versamento dei tributi, occorre scegliere con attenzione insieme al tuo commercialista il codice da associare alla tua Partita IVA.
Riportiamo qui di seguito una tabella in cui sono presenti tutte le percentuali di redditività collegate al codice ATECO di riferimento:
Numero Ateco |
Attività |
Coefficiente |
10-11 |
Industrie alimentari e delle bevande |
40% |
45 – (da 46.2 a 46.9) – (da 47.1 a 47.7) – 47.9 |
Commercio all’ingrosso e al dettaglio |
40% |
47.81 |
Commercio ambulante di prodotti alimentari e bevande |
40% |
47.82 – 47.89 |
Commercio ambulante di altri prodotti |
54% |
(41-42-43) – (68) |
Costruzioni e attività immobiliari |
86% |
46.1 |
Intermediari del commercio |
62% |
55-56 |
Attività dei Servizi di alloggio e di ristorazione |
40% |
(64-65-66) – (69-70-71- 72-73-74-75) – (85) – (86-87-88) |
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari e assicurativi |
78% |
(01-02-03) – (05-06-07- 08-09) – (12-13-14-15- 16-17-18-19-20-21-22- 23-24-25-26-27-28-29- 30-31-32-33) – (35) – (36-37-38-39) – (49-50- 51-52-53) – (58-59-60- 61-62-63) – (77-78-79- 80-81-82) – (84) – (90- 91-92-93) – (94-95-96) – (97-98) – (99) |
Altre attività economiche |
67% |
Hai individuato in questa tabella il tuo codice ATECO e vuoi sapere come fare il calcolo dell’imposta sostitutiva forfettaria in base al tuo coefficiente di reddito? Continua la lettura, te lo spiegheremo nel prossimo paragrafo.
Siamo arrivati alla fine dell’articolo ed è il momento di fornirti qualche esempio pratico su come calcolare l’imposta sostitutiva da versare.
Per chiarezza, riassumiamo in un elenco tutti i passaggi che dovrai seguire:
Fatto questo calcolo avrai ottenuto il reddito di attività: a questo punto non dimenticarti di sottrarre ancora i contributi previdenziali, che sono l’unico costo deducibile nel Regime forfettario.
Fatto questo, puoi finalmente procedere a calcolare l’imposta che dovrai versare all’Agenzia delle Entrate. Come?
Ti basta applicare al reddito imponibile, ottenuto sottraendo al reddito di attività i contributi versati, l’aliquota del 15% o del 5%, se hai da poco avviato la tua attività o non sono ancora passati cinque anni dall’apertura della Partita IVA forfettaria.
Va fatta una precisazione anche riguardo ai ricavi da considerare. Nel calcolo vanno sommati soltanto quelli effettivamente incassati nel periodo di imposta. Per intenderci, se hai mandato una fattura di pagamento a un cliente a fine 2020, ma hai ricevuto i soldi sul tuo conto corrente a inizio 2021, questa cifra andrà conteggiata nei ricavi del 2021.
Prendiamo in considerazione anche qui un esempio pratico.
Luisa è una copywriter con codice ATECO 90.03.09 – Altre creazioni artistiche e letterarie. In
base all’ATECO di riferimento, la sua percentuale del 67%. I suoi ricavi nell’anno fiscale di riferimento sono stati di € 28.000. Il suo reddito di attività è pari a € 18.760 (67%*28.000).
Ora per calcolare l’imposta, dovrà solamente sottrarre dal reddito di attività le somme pagate come contributi previdenziali e moltiplicare l’importo ottenuto per la percentuale dell’imposta (15% o 5%).
I contributi ammontano a 4.873,84 euro: sottraendo al reddito di attività i contributi (18.760€ - 4.873,84), si otterrà la cifra di 13.886,16. Le imposte che Luisa deve pagare per un guadagno annuo di € 28.000 ammonteranno a 13.886,16€*15% = € 2.082,92.
Attenzione però! Solo nel primo anno di apertura della Partita IVA la percentuale del 15% (o 5%) viene applicata al reddito di attività al lordo dei contributi previdenziali.
Ricapitolando, il calcolo di seguito è a partire solo dal secondo anno:
In conclusione, il coefficiente di redditività nel forfettario permette di calcolare le spese su una base forfettaria.
Ciò significa che questo regime fiscale potrebbe essere svantaggioso per tutte quelle professioni in cui le spese dedotte attraverso la percentuale di redditività non vanno a coprire totalmente la somma delle spese effettive.
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